Antonio Decaro ha vinto le primarie del centrosinistra a Bari e quindi sarà lui il candidato sindaco della sinistra alle prossime comunali previste in primavera. Dal sindaco Emiliano, anche lui del Pd, Decaro potrebbe ereditare, oltre che una delle “poltrone più amate d’Italia”, in particolare da parte dei propri cittadini, anche la patata bollente dell’ “autofallimento” del Bari Calcio, dichiarato ieri dall’assemblea dei soci. Per giungere alla vittoria Antonio Decaro ha potuto contare sull’appoggio di Sel e dell’Italia dei Valori e da oggi dovra’ vedersela con numerosi candidati a sindaco di Bari, tra cui il piu’ autorevole è Domenico Di Paola, imprenditore ed ex manager pubblico, sostenuto dal centrodestra. L’esponente di sinistra non ha stravinto con il suo 53% e si è visto spesso tallonato da Giacomo Olivieri, leader di Realtà Italia, che “ha strappato” maggiori consensi a Decaro in tre importanti zone della città, tra cui Carbonara – Santa Rita, dove sorge lo stadio San Nicola di Bari, altro caso scottante legato alle vicissitudini sportive del capoluogo pugliese.

Antonio Decaro, vince le primarie del centrosinistra a Bari

Il capitolo giustizia

La particolarità dell’autofallimento del U.S. Bari sta proprio nel suffisso stesso “auto” dato che solitamente un concordato preventivo è una procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore ricerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarato fallito e cercare di superare la crisi in cui versa l’impresa. In questo caso specifico è il debitore che chiede il concordato al giudice e così ha fatto ieri sera il Bari Calcio dopo che l’assemblea dei soci ha deciso per il non risanamento del debito del club militante attualmente nella serie cadetta. Ora si aprirà comunque la fase di omologazione, prevista dall’articolo 180 l. fall., la quale deve terminare entro sei mesi dalla presentazione della domanda di concordato, ma il club pugliese ha bisogno di minor tempo poichè rischierebbe di non potersi iscrivere al prossimo campionato italiano di calcio, qualunque sia la serie in cui andrà a militare. Da qui si dovrà procede al soddisfacimento dei creditori sulla base dei requisiti risultanti dalla proposta, all’eventuale liquidazione di parte dei beni da parte dei liquidatori nominati dal tribunale (nel caso di concordato con cessione di beni) e all’accertamento di eventuali crediti contestati. Con l’omologazione, che chiude tutto il procedimento riguardante il concordato preventivo, l’imprenditore insolvente può nuovamente disporre di tutti i suoi beni. Ne consegue che, proposta istanza di fallimento, è facoltà del debitore proporre un concordato preventivo, ma tale iniziativa non osta alla pronuncia di fallimento, dovendosi escludere che tra i due procedimenti si venga a creare un nesso di pregiudizialità necessaria. Tra le due procedure si crea, conseguentemente, unicamente un nesso di consequenzialità logica che ne impone il coordinamento, dovendo il giudice fallimentare bilanciare le opposte iniziative di creditori istanti e debitore proponente, in modo da evitare che l’iniziativa di quest’ultimo persegua intenti meramente dilatori, traducendosi in un abuso del diritto.

Lo scopo

Il Bari non vuole fallire perdendo il titolo sportivo, appiglio unico per poter continuare la propria “carriera” storica nei campionati italiani di calcio, e si affida così alla giustizia per poter tornare a far sognare i propri tifosi. I “Galletti” biancorossi hanno scelto la linea del Comune che auspicava già settimana scorsa in un  “fallimento pilotato” o un concordato in modo da salvare per lo meno il titolo. “Questa soluzione ci permetterebbe di cederlo ad un acquirente che possa proseguire l’attività sportiva”, aveva sottolineato l’assessore uscente Elio Sannicandro, che è stato anche uno dei due avversari alle primarie vinte da Antonio Decaro. Nell’arco di 4 mesi Bari è attesa da sfide cruciali sia amministrative che sportive, cambierà il sindaco e il club, storicamente di proprietà dei Matarrese, passerà ad una nuova proprietà. Che sarà Di Paola o Decaro bisogna permettere che il Bari Calcio venga salvato.

 

 

PrecedenteLivorno, lo sponsor Banca Carige chiede più tempo per l’aumento di capitale
SuccessivoCellino, una richiesta di condanna che potrebbe rovinare l’affare Leeds
Alberto Lattuada è nato a Milano e da sempre è appassionato di calcio e finanza. Ha scritto per diversi siti specializzati nel mondo del calcio e del forex. Dal novembre 2013 dedica anima e corpo allo sviluppo e alla crescita del portale CalcioeFinanza.it