Robin li cessione Milan. Il miliardario cinese interessato al Milan ha un volto famoso: Robin Li, 48 anni, un patrimonio stimato in 14 miliardi di dollari. Il suo nome era stato già accostato alla trattativa per il passaggio del 70% delle quote del club a una cordata di misteriosi imprenditori cinesi con l’avallo del governo di Pechino. Ma adesso il velo sta cadendo, dopo le indiscrezioni su Jack Ma, il re dell’e-commerce. A scriverlo oggi è il quotidiano La Repubblica.
L’ostacolo maggiore è sempre quello della volontà di Silvio Berlusconi, indeciso tra “accontentarsi” del ruolo di presidente onorario e la voglia di essere ancora protagonista in prima persona del rilancio del club rossonero, rimasto fuori dall’Europa per il terzo anno consecutivo, con annessi danni finanziari e d’immagine.
Robin Li ha costruito la sua fortuna attraverso una serie di attività: la più nota è il motore di ricerca Baidu, di cui fu cofondatore. Il suo impero si estende anche all’e-commerce, con una serie di aziende che si occupano di consegne a domicilio di prodotti alimentari, nonché della prenotazione di spettacoli e concerti.
E’ cruciale l’impegno nel settore energia: la sua Hanergy (presente anche in Italia, con la commercializzazione di pannelli solari) è il primo gruppo privato delle rinnovabili in Cina. La trattativa, dopo l’uscita allo scoperto del manager Nicholas Gangikoff, prosegue: i consulenti finanziari e legali stanno ultimando la redazione delle complesse clausole contrattuali.
Secondo alcune fonti finanziarie, le parti avrebbero deciso di prendersi tutti i 45 giorni della trattativa in esclusiva. Il Milan spinge perché gli imprenditori della cordata non si impegnino solo personalmente, ma diano garanzie legate alle aziende che rappresentano.
Rimangono da chiarire alcuni aspetti sulla governance: la famiglia Berlusconi non vorrebbe uscire di scena subito, limitandosi a un ruolo di minoranza, ma partecipare da protagonista al rilancio.
Nel frattempo i cinesi imperversano: il 100% dell’Aston Villa, storico club di Birmingham caduto in seconda serie, è finito al quarantenne Toni Xia, ma non è l’unico colpo: in Italia si apprestano a rilevare MP & Silva, l’azienda più importante nella commercializzazione dei diritti tv del calcio internazionale.
Per salvare capra e cavoli,ovvero tenersi il Milan e ridurre al minimo l’impegno economico Silvio Berlusconi dovrebbe entrare nell’idea di dare potere decisionale ai tifosi riguardo la scelta dell’allenatore e dell’amministratore delegato.Bisogna far entrare i tifosi nell’idea che devono essere loro stessi un pilastro economico su cui la squadra per cui tifano deve contare,alla resa dei conti per tenere una squadra come il Vecchio Diavolo sempre ai vertici servono 70-80 milioni di euro supplementari alle attuali fonti economiche canoniche.Dieci euro per scegliere un allenatore e altri dieci per scegliere l’amministratore delegato con quattro milioni di voti raccogli quella cifra che servirebbe per tenere il Milan al vertice senza più contare sui ripianamenti di Fininvest.C’è già tutto l’occorrente per indire queste libere elezioni a pagamento grazie alle quali i milanisti potrebbero liberarsi per sempre della figura del presidente mecenate,o meglio a quest’ultimo sarà riservato il privilegio di fare tutti gli anni la lista dell’allenatori e degli amministratori delegati da sottoporre al gradimento dei tifosi.numeri verdi e bolletta del fisso e ricariche dei telefonini saranno il comodo mezzo con cui il tifoso sceglierà a fine stagione se confermare Brocchi o dare spazio a Donadoni,scegliere tra Barbara Berlusconi o Adriano Galliani.Invece di inseguire questi fantomatici cinesi Silvio Berlusconi renda i milanisti finalmente partecipi ai destini della squadra per cui tifano