Come vengono distribuiti diritti tv calcio Europa
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“Se dici che mi vendi una Ferrari, ma questa si dimostra essere una Fiat Punto, c’è un problema”. Il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, non usa giri di parole: in un’intervista al Financial Times sintetizza così l’inaspettato dietrofront della media company francese sull’acquisto del 100% di Mediaset Premium – come ‘conguaglio’ nello scambio azionario del 3,5% tra Mediaset e Vivendi. Il ceo della società guidata da Vincent Bollorè confida che si possa riprendere un dialogo Francia-Italia per rafforzare la posizione di Vivendi in Europa; ma se questo non dovesse essere possibile ci sono “altri piani. Abbiamo opzioni diverse”, dice.

De Puyfontaine non sa spiegarsi lo stupore di Mediaset e dal suo punto di vista da parte della società italiana “ci sono una serie di affermazioni che sono sbagliate e non possiamo accettarlo”. Chiacchierando con il quotidiano britannico, l’ad respinge l’accusa di voler conquistare attraverso questa operazione una posizione di rilievo nell’azionariato di Mediaset: “Se avessimo voluto farlo – sottolinea – sarebbe stato molto più semplice farlo sul mercato”, comprando azioni del Biscione. Lo schema alternativo presentato da Vivendi la scorsa settimana, infatti, conferma lo scambio azionario del 3,5% tra le due compagnie; ma al posto dell’acquisto del 100% di Premium, Vivendi ha proposto di rilevare solo il 20% della pay-tv e di arrivare a detenere in circa tre anni il 15% di Mediaset attraverso un prestito obbligazionario convertibile in azioni. La proposta è stata definita da Mediaset “irricevibile”.

Anche a Les Echos de Puyfontaine ha spiegato di non voler conquistare il controllo di Mediaset: pensarlo è “totalmente erroneo”, dice ai francesi. “Certo – aggiunge l’ad – se Mediaset non fosse una buona azienda non prevederemmo un futuro comune con Vivendi”. A proposito di eventuali strascichi giuridici, l’uomo di fiducia di Bollorè si dice “del tutto sereno. Vivendi è un gruppo che fa quello che dice e dice quello che fa. Al contrario, accusarci di ‘non onorare il contratto’ è inaccettabile. Le affermazioni contenute in alcuni comunicati di Mediaset – sottolinea – sono diffamatorie e siamo pronti a sostenerlo davanti alla giustizia”.

Se è confermato il desiderio di continuare a un dialogo, anche a Les Echos de Puyfontaine ricorda che “ci sono altri attori in Italia. Da maggio 2015 abbiamo iniziato un viaggio in Telecom Italia, che ci permette di avere un piede nelle infrastrutture e ci mette in una buona posizione strategica”.

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