L’uscita della Roma dalla Champions League ha causato un sonoro tonfo anche a Piazza Affari, dove pure il titolo negli ultimi 6 mesi aveva guadagnato terreno.
Che ci fossero aspettative significative sul risultato di coppa e sul suo immediato ritorno economico – scrive oggi il quotidiano Milano Finanza – lo dimostra l’andamento del titolo della Roma: chiusa la seduta di martedì con un balzo dell’8%, ieri invece il titolo è stato il peggiore del listino con un calo del 9%.
Segno evidente che, seppur i volumi siano sempre sottili, qualcuno aveva scommesso e speculato anche su questo aspetto del match europeo.
Nel frattempo – come analizzato da CF – calcioefinanza.it ieri – l’eliminazione dalla Champions costerà 40 milioni in meno di ricavi per il club nel prossimo anno.
Ma quel che maggiormente deve preoccupare è la tendenza nel lungo periodo della squadra in Europa.
Da quando la società è passata di mano sono infatti stati tanti i bocconi amari da inghiottire in ambito continentale. Luis Enrique, Garcia e Spalletti hanno raccolto solo delusioni tra Champions ed Europa League. In cinque anni – dall’eliminazione ai play-off dell’ex coppa Uefa con lo Slovan Bratislava a quella di ieri col Porto – sono arrivate appena tre vittorie (con Cska, Feyenoord e Bayer Leverkusen) su 22 partite disputate, con un bilancio gol fatti-subiti (25/46) da profondo rosso. Una miseria resa ancor più evidente dai restanti 9 pareggi e 10 ko, alcuni dei quali umilianti (l’1-7 dell’Olimpico col Bayern Monaco e il 6-1 a Barcellona).
Il 53esimo posto nel ranking (ad inizio stagione) è insomma ampiamente spiegato. Un posto che peraltro ha sempre riservato abbinamenti difficili in Champions, ma che la Roma non ha smentito nemmeno quando (vedi Europa League due anni fa o lo stesso Porto quest’anno) ha incontrato avversari abbordabili.
Difficile che il futuro riservi abbinamenti ancor più difficili, quel che è certo è che ora serve una Europa League da protagonista, la società deve iniziare sin da subito a recuperare terreno. Oggi la Roma è 41esima e un salto nelle 30 migliori è già possibile nella prossima stagione, ma per farlo servirà un piazzamento come minimo nei quarti. Il potenziale c’è, bisogna invertire la rotta.