Settimana scorsa è andata in archivio anche la sessione estiva dei trasferimenti per la stagione 2016/2017. In controtendenza rispetto al passato molti sono stati gli investimenti effettuati dalle società della nostra serie A. Prima fra tutte la Juventus che, come ben sappiamo, ha sbriciolato il record per quanto riguarda i trasferimenti in Italia con i 94 milioni spesi per Gonzalo Higuain (precedentemente l’acquisto più caro era stato Hernan Crespo che passò dal Parma alla Lazio per ben 110 miliardi delle vecchie lire). In campo internazionale invece Paul Pogba, passato dalla Juventus al Manchester United per la cifra monstre di 105 milioni, ha stabilito un nuovo record per quanto riguarda un trasferimento internazionale: battuti Gareth Bale, Cristiano Ronaldo e lo stesso Gonzalo Higuain.
Ma per quanto riguarda gli allenatori? Chi è il tecnico che ha speso di più?
Considerando le statistiche degli ultimi 10 anni è Josè Mourinho il manager (per dirla all’inglese) che più ha fatto spendere le società in cui è stato: 934 milioni di euro complessivi nelle sue parentesi al Chelsea (due volte), all’Inter, al Real Madrid ed al Manchester United. Una media di circa 93,4 milioni di euro spesi ogni anno se consideriamo come complete le due stagioni 2007-2008 e 2015-2016 in cui è stato esonerato prima della fine della stagione dal Chelsea (in entrambi i casi).
Secondo è Carlo Ancelotti con 880 milioni di euro spesi: Milan, Chelsea, Psg, Real Madrid e infine Bayern Monaco le squadre allenate dal tecnico reggiano in otto stagioni (e mezza).
Sul podio anche Manuel Pellegrini: l’ingegnere cileno, fresco di esonero dal City, lascia dopo due Premier vinte e una semifinale di Champions persa contro il Real Madrid nella passata stagione.
Al suo posto è stato chiamato dai citizens il quarto allenatore di questa speciale classifica, ossia Pep Guardiola: 758 milioni spesi dal catalano nei suoi primi dieci anni di carriera (nove di attività se considerato l’anno sabbatico che passò a New York tra le esperienze di Barcelona e Monaco).
Chiude la top 5 un altro allenatore che passò da Manchester, sponda City: Roberto Mancini. Per il “mancio” 667 milioni di euro spesi nelle sue esperienze con l’Inter (due volte), il City e i turchi del Galatasaray.
Tabella 1: spese calciomercato per allenatori (2007-2016). – Allenatori con spese superiori ai 200 milioni.
Per quanto riguarda invece il rapporto milioni spesi/trofei, lo scettro spetta sicuramente a Sir Alex Ferguson che ha consegnato alle bacheche del Manchester United ben 12 trofei (tra cui una Champions) tra la stagione 2007-2008 e il 2012-2013 (quella del suo ritiro).
Secondo Pep Guardiola con 36,1 milioni spesi per trofeo conquistato (brillano le due Champions vinte con il Barcelona nel 2009 e nel 2011) e 21 coppe vinte complessivamente tra Barcelona e Monaco (aspettando di ripetersi al City).
Terzo infine Jurgen Klopp che consegna un trofeo alle squadre che allena ogni 53 milioni spesi nel calciomercato. È vero che al tedesco mancano sia il trofeo continentale più prestigioso, finale persa nel 2013 contro il Bayern Monaco, sia l’Europa League, altra finale persa nel 2016 contro il Sevilla, ma le due Bundesliga conquistate alla guida del suo Borussia contro gli acerrimi rivali del Bayern Monaco sono un risultato di tutto rispetto per il “mago”.
Tabella 2: rapporto milioni/trofei (2007-2016). – Allenatori con spese superiori ai 200 milioni.
Se Mourinho è l’allenatore che ha più speso in termini assoluti per quanto riguarda gli acquisti, Manuel Pellegrini è il tecnico che ha il saldo peggiore di calciomercato: -521 milioni di differenza tra acquisti e cessioni. Ancelotti si conferma al secondo posto anche in questa classifica di “spendaccioni” (-489 milioni), mentre Pep Guardiola, complice la campagna acquisti monstre del suo primo anno al City, balza in terza posizione con un saldo di -434 milioni, scavalcando così il suo rivale Mourinho fermo a -406 milioni.
Interessante in questo grafico notare anche che c’è un allenatore che ha fatto incassare più di quanto ha fatto spendere alle proprie squadre: Diego Pablo Simeone. Il cholo ha sempre fatto di necessità virtù e anche quando ha perso per strada campioni del calibro di Aguero, Falcao e Diego Costa, che ha saputo sostituire dapprima con gli stessi Falcao e Diego Costa (lanciati e poi rivenduti) e poi con il francese Griezmann.
Menzione d’onore anche per Klopp: tra il 2009-2010 e il 2013-2014 riuscì ad acquistare giocatori del calibro di Hummels (4,2 milioni), Lewandowski (4,75 milioni), Gundogan (5,5 milioni), Perisic (5,5 milioni), Reus (17,1 milioni) e Aubameyang (13 milioni) da squadre più o meno sconosciute e li lanciò nel gotha del calcio europeo. Come fare a non chiamarlo “mago”?
Grafico 1: saldo calciomercato per allenatori (2007-2016). – Allenatori con spese superiori ai 200 milioni.
molto interessante!
però avrei fatto calcoli un po’ diversi:
– avrei dato un peso diverso ai trofei: ad esempio scudetto (e corrispettivo nelle altre nazioni) 2 pti, altri trofei nazionali 1 pti, champions 5 pti, altri trofei internazionali 3 pti
– riguardo le spese: avrei fatto un calcolo medio fra i 2 indicatori riportati sopra: ad es. mourinho = (934milioni + 406milioni) / 2 e simeone = (493milioni – 10 milioni ) / 2
presumo che il risultato finale sarebbe diverso da quanto visto sopra
(a priori però non saprei assolutamente dire quale sarebbe la nuova classifica)
Ciao Loris,
si potrebbe riproporre l’analisi utilizzando la metodologia ECA-PWC che assegna punteggi diversi ai vari titoli vinti e anche ai piazzamenti nelle varie competizioni.
In questo articolo trovi una tabella con i vari punteggi. https://test.calcioefinanza.it/2015/12/23/juventus-inter-e-milan-chi-ha-speso-meglio-negli-ultimi-anni/
wow non conoscevo la metodologia ECA-PWC!
sembra davvero interessante, a parte alcuni limiti tipo quelle già descritti da voi: “non considera il mondiale per club, né le coppe nazionali; assegna differenze marginali alla vittoria di Champions rispetto alla vittoria dello scudetto” o altri limiti tipo il 2° posto italiano quasi come il 1° posto (20 pti contro 16) anche se magari la seconda squadra è arrivata a 20 punti dalla prima. Ma ovviamente ponderare tutto significa entrare nella soggettività e in calcoli meno semplici