Il Pisa si apre all’azionariato popolare. Il club toscano, prossimo a passare nelle mani di un fondo di Dubai, riserverà una parte delle proprie quote ad un comitato di tifosi.
Per completare l’offerta del fondo alla ormai ex proprietà, infatti, un gruppo di investitori ha già garantito 300mila euro, che permetteranno ai tifosi di entrare nella società, come riporta La Nazione. I membri del comitato promotore sono al lavoro in questi giorni per costituire la società cooperativa, in cui ciascun soci vale un: l’obiettivo è quello di mettere insieme almeno 8mila sostenitori in grado di versare 25 euro a testa, in modo da avere una “cassa” di 200mila euro annui (di cui la metà sarà utilizzato come riserva obbligatoria per il club).
Un progetto comunque già definito, tanto che circola già una bozza di documento tra i promotori, dai quali arriveranno le cifre maggiori per garantire i 300mila euro fondamentali per chiudere la trattativa tra la famiglia Petroni e il fondo d’investimento di Dubai.
Intanto, però, non mancano i problemi: ultimo, quello riguardante l’operatività sul mercato, bloccata a causa di un budget sforato di 900mila euro. «Riguardo ad una problematica che il dottor Lucchesi conosce bene – si legge in una mail inviata da Lorenzo Giorgio Petroni tra gli altri, all’amministrazione comunale ed ai sindaci revisori – il nostro budget di spesa tra calciatori e staff tecnico è pari, secondo il regolamento di Lega B a 3.750.000. Se lo sforiamo, ed è già sforato di 900mila euro, dobbiamo dare una fidejussione aggiuntiva e perderemo i contributi della Lega sulle eccedenze contrattuali rispetto ai 150mila euro a contratto per singola stagione, e noi ne abbiamo diversi e di importo rilevante». Le cifre in dettaglio: oltre 4,2 milioni il monte stipendi dei giocatori, intorno 800mila euro per dirigenti e tecnici. Gli ingaggi più alti sono quelli di Eusepi e Lupoli, al lordo oltre 400mila euro, mentre Lucchesi e Gattuso incassano intorno ai 250mila euro.