Ormai da qualche tempo il Bologna è al lavoro per dare ai tifosi uno stadio pià ampio e rinnovato ai tifosi emiliani, ma ora il progetto sembra essere più vicino. Un paio di giorni fa, infatti, come indicato dalla stessa società sul proprio sito ufficiale, è arrivato “parere favorevole dalla Soprintendenza al progetto preliminare per la riqualificazione dello stadio Renato Dall’Ara con alcune prescrizioni che saranno recepite nelle successive fasi progettuali”.
Si tratta di un passo avanti fondamentale, ma ora il Comune di Bologna aspetta di capire in modo più preciso cosa potrà essere fatto nella valorizzazione dell’antistadio per recuperare almeno una parte dei 60 milioni necessari al restyling del Dall’Ara. Palazzo d’Accursio, però, non esclude al momento la necessità di trovare altri partner privati diversi rispetto al club rossoblù.
Il primo cittadino, Virginio Merola, non può comunque che essere soddisfatto per l’appoggio della Soprintendenza, che segue quello manifestato lo scorso 13 maggio da parte del Ministero dei Beni Culturali: “Adesso possiamo cominciare a lavorare senza incertezze sul progetto di riqualificazione dello stadio. Al momento stiamo valutando tutta la zona dell’antistadio per capire quali sono le sue potenzialità. Poi ci incontreremo per valutare anche come realizzare un progetto da 60 milioni di euro all’incirca, che richiederà anche di valutare l’eventuale concorso di altre forze della città. L’obiettivo resta comunque la ristrutturazione dell’attuale stadio. Siamo in una fase istruttoria, appena gli uffici l’avranno terminata incontreremo Fenucci e Saputo e avremo una valutazione defintiva”.
Il sindaco ha preferito però non sbilanciarsi su quale sia il contributo che potrà arrivare dalle casse comunali: “Si sta facendo una valutazione della fattibilità, ma è legata molto alle possibilità urbanistiche di intervenire direttamente sulla zona. Sicuramente il Comune interverrà con la concessione dello stadio, bisogna vedere se per coprire tutta quella cifra, una volta valutate le possibilità dell’antistadio, è necessario coinvolgere altri soggetti attuatori privati”.