scambio maglie Manchester United

Il Manchester United, pur essendo uno dei club più ricchi del mondo, ha deciso di prendere una decisione destinata a fare discutere.

Come riporta il quotidiano inglese “The Independent”, il club ha vietato ai propri giocatori di compiere un rito che vediamo frequentemente sui campi, ovvero lo scambio delle maglie con gli avversari al termine di ogni partita. Vietato anche il lancio ai tifosi.

Appare però sorprendente la motivazione che ha spinto la società a lanciare questo monito ai propri tesserati. Nonostante il fatturato più che positivo (la stagione 2015-2016 è stata chiusa con un utile netto di 36,4 milioni di sterline, quasi 43 milioni di euro al cambio attuale), infatti, si è deciso di ridurre le spese e di evitare un’azione come questa che alla lunga può influire negativamente sulle casse dei Red Devis.

A confermarlo è stata una fonte interna alla società che ha parlato con il “Sun”: “Hanno chiesto ai giocatori di non scambiare più le maglie cn gli avversari, così non dovranno più essere rimpiazzate. Sembra una decisione sciocca, considerato quanto vale il club in termini economici”.

 

Non si tratta comunque di una scelta così insolita per il mondo del calcio. Già lo scorso anno, infatti, anche il Cambridge United aveva deciso di lanciare questo ammonimento ai suoi giocatori. Si tratta però di un club che milita in Ligue Two, quindi con condizioni economiche decisamente rispetto alla formazione allenata da Mourinho.

Questa mossa però potrebbe servire anche a rendere più solido il rapporto con lo sponsor tecnico Adidas, con cui nel 2014 è stato firmato un contratto da record da 750 milioni di sterline per dieci anni (pari a 941 milioni di euro). L’assegno annuale che il colosso tedesco gira al Manchester United basterebbe per comprare circa 750mila casacche, un numero sufficiente a vestire l’intera rosa di José Mourinho per i prossimi 600 anni.

 

 

 

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Giornalista, laureata in Linguaggi dei media all'Università Cattolica di Milano. Esperienza soprattutto in siti internet e qualche incursione in TV e sulla carta stampata.