La Serie A accelera sulla cessione dei diritti televisivi e dà il via alla lettura in bozze delle linee guida per la scrittura del bando 2018-2021. Domani (7 ottobre) si riunirà la Commissione tecnica per i diritti audiotelevisivi e, apprende Calcio e Finanza, all’ordine del giorno ci saranno almeno due punti: il canovaccio delle regole per l’asta che si terrà in primavera e le iniziative da intraprendere contro la pirateria. Insomma, si parte sul serio con i club che per la prima volta parleranno del prossimo triennio in tv con l’obiettivo di rispettare la road map fissata: asta convocata nei primi mesi del 2017 e assegnazione dei pacchetti non più tardi di luglio.
Nel mezzo c’è la non-banale elezione del presidente di Lega, con Maurizio Beretta in scadenza e le società della Serie A chiamate a votare entro la fine del 2016. Ma se i club dovessero arrivare alla nomina del (nuovo?) presidente con un’intesa già raggiunta sui diritti televisivi, già da gennaio si potrebbe dare il via alla gara vera e propria, con la pubblicazione del bando e la raccolta delle offerte dei broadcaster.
Una tempistica del genere metterebbe davvero fuori gioco la politica che da diversi mesi lavora per una riforma della legge Melandri, la norma che regola la commercializzazione dei diritti tv in Italia. L’iter parlamentare tradizionale è ormai troppo lungo per far sì che la proposta di legge Bonaccorsi-Sbrollini possa arrivare al traguardo in tempo utile per il bando ’18-’21; ma se la Lega dovesse riuscire ad anticipare i suoi lavori potrebbe disinnescare anche l’arma del decreto legge governativo.
Del resto il progetto di riforma è molto più di un semplice tagliando della Melandri. La proposta di legge presentata il 17 maggio alla Camera regola la vendita dei diritti televisivi, ma impone all’advisor della Lega (Infront) di rinunciare al suo ruolo di partner dei club di A e obbliga le società a far vedere almeno una partita alla settimana in chiaro, gratis per tutti.
Il mondo del calcio può evitare queste briglie, ma deve fare in fretta e trovare subito una sintesi ‘sistemica’, sia sulle linee guida per la stesura del bando e sia per l’elezione del rappresentante dei club. La Commissione diritti tv è il luogo giusto per prendere le misure: è aperta a tutte le società e all’advisor Infront che sarà chiamato a fare da consulente alla Lega quando bisognerà scrivere le regole dell’asta. Certo, non è detto che la Serie A possa decidere di compensare il bastone della velocità con la carota del gratuito: per avere buoni rapporti con tutti, i club potrebbero decidere di venire incontro alla politica e cedere un pacchetto da trasmettere in chiaro. È un’ipotesi di scuola, ma non è detto che non possa essere sul tavolo di via Rosellini domani mattina.