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Gianluigi Buffon (Insidefoto)

“E’ la sconfitta del calcio italiano. Dell’Italia come Paese, delle tradizioni, di tutto: devi ritrovarti a ringraziarli e a dire grazie per essere venuti”.

Lo ha detto Gigi Buffon in una lunga intervista al Corriere della Sera all’indomani della straordinaria prestazione di Lione a proposito dell’arrivo delle nuove proprietà cinesi nel calcio italiano, in particolare a Milano sponda nerazzurra.

“Ma abbiamo cio’ che meritiamo, siamo volubili, senza un senso di appartenenza radicato e la storia lo ha sempre dimostrato: chiediamo l’identita’ italiana, ma se l’italiano dopo 30 anni vive un momento di difficolta’ con 5 anni da 10° posto, allora non lo accettiamo”.

Buffon affronta anche la questione Intralot-Figc. “Ne abbiamo parlato. Se questa azienda porta soldi alla Figc eticamente non e’ bellissimo. Ma da 20 anni le pubblicita’ di scommesse sono ovunque: tutti giocano e tutti prendono le distanze. Mi fa ridere: se e’ legale, di cosa ti devi vergognare? Siamo degli ipocriti e dei bigotti. Leviamo le scommesse, allora. E basta”.

Trentotto anni e l’obiettivo del Mondiale del 2018, ma poi? Cosa fara’ Buffon? “Il calcio e’ il mio mondo da 32 anni. E ho avuto la fortuna di viverlo come un tarlo dal di dentro, ricavandone le mie verita’. Il campo e’ la parte piu’ bella, ti regala emozioni che danno senso alla vita. Un ruolo di allenatore con la sua quotidianita’ non mi piacerebbe. Un ruolo da c.t. invece non lo escluderei a priori: mi rimarrebbero le emozioni del campo, ma anche un po’ di liberta’ per dedicarmi ad altre cose“.

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1 COMMENTO

  1. Sappiamo Buffon e le sue idee molto patriottiche e Nazionalistiche. Sulla questione culturale e la mancata identità nazionale ha ragione, ovviamente, e non ha scoperto l’acqua calda.

    L’analisi di Buffon sul problema è perfetta

    Non condivido la sua critica sulla soluzione. Siamo ormai in un contesto globale, in cui il presidente mecenate non è più in grado di sopportare certi costi. Non dimentichiamo che la Juve è rimasta sempre degli Agnelli, ma l’unica differenza “tecnica” tra essa e le Milanesi è che per le seconde gli investimenti esteri sono arrivati sulla controllata, mentre per la Juve direttamente sulla Holding, la FIAT, ormai Americana

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