“Galliani presidente di Lega? A me farebbe molto piacere, e’ una persona di grande spessore e grande esperienza, saprebbe scegliere gli uomini giusti con cui collaborare, conosce da dentro il calcio, per me e’ una garanzia”.
Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli, ai microfoni di “Radio Anch’io Sport” su RadioUno approva l’eventuale elezione di Galliani alla guida della Lega di serie A.
“E’ un grande dirigente, un patrimonio del nostro calcio e se abbandonasse il calcio sarebbe un grande dispiacere, cosi’ come Berlusconi – aggiunge Corsi – L’interesse straniero in Italia porta sicuramente dei benefici ma sentimentalmente ci perdiamo”.
Nei giorni scorsi era stata la Juve ad esprimersi possibilista dicendo che il club “non opporrà veti alla candidatura” dell’amministratore delegato (in uscita dopo 30 anni, entrò in società con Silvio Berlusconi il 20 febbraio 1986) del Milan.
Un nome importante, quello della Juventus, che potrebbe aggregare un fronte composto certamente anche dalla Roma (anche se al momento Umberto Gandini ha detto di non voler parlare di nomi ma di programmi, una frase che sentiremo spesso nei prossimi giorni) e probabilmente dall’Inter, a cui si potrebbero aggiungere realtà come Sassuolo e Fiorentina.
Il nome di Galliani peraltro difficilmente verrebbe osteggiato dal Genoa di Enrico Preziosi, storico alleato di mercato del Milan.
Non si è invece sbilanciato Gino Pozzo (Udinese) secondo cui questo è il momento dei programmi più che dei nomi.
Aggiungere altri nomi ora potrebbe essere improprio e fuoriluogo, ma l’impressione è che intorno al dirigente rossonero si stiano creando le condizioni per un ampio consenso. Forse superiore a quello di un altro candidato in pectore come Antonio Romei della Sampdoria.
Intanto lo stesso Galliani in un virgolettato riportato oggi dalla Gazzetta dello sport ha fissato la sua uscita dal Milan nel giorno della data del closing.
Una uscita incondizionata e soprattutto irrevocabile. “Devo avere rispetto di me stesso e della mia carriera – ha detto -, non posso accettare alcun incarico diverso da quello di amministratore delegato”.
“Non sono disponibile per un ruolo diverso: non sono stato interpellato da nessuno ma dopo trent’anni di Milan non accetterei un ruolo minimamente differente da quello che ho sempre fatto. Ognuno ha il diritto di nominare il proprio a.d.. Con il signor Fassone ho un buonissimo rapporto, semplicemente non sono disponibile a rimanere come consigliere o consulente”.
Ma per lui presto potrebbe aprirsi un ruolo forse ancor più prestigioso, benchè assai oneroso sul piano politico e dell’impegno personale.