Forse in Italia è proprio impossibile fare calcio con equilibrio, programmazione, misura e lungimiranza.

Sembra essere questo l’insegnamento che arriva da Parma, dove la società gialloblu nelle ultime ore ha cacciato con un incredibile esonero di massa l’allenatore Luigi Apolloni, il direttore tecnico Lorenzo Minotti e il direttore sportivo Andrea Galassi.

A loro poche ore dopo si è aggiunto il presidente Nevio Scala, che coerentemente, alla luce di un progetto a cui venivano a mancare tutti gli interpreti principali, si è dimesso. Senza che la società battesse ciglio: dimissioni accettate e azzeramento completo.

Il tutto a meno di due anni dall’inizio di un progetto che doveva essere “giovane”, “diverso”, “equilibrato” e tutte le altre belle parole che si usano in queste situazioni.

Il Parma ha vinto lo scorso anno il campionato di Serie D con 94 punti frutto di 28 vittorie e 10 pareggi. Senza perdere mai.

Vittorie straordinarie in categoria, sicuramente frutto del grande valore degli interpreti, pescati in un progetto di valorizzazione giovane e lungimirante, e non di un budget ben diverso rispetto a quello degli avversari.

In Lega Pro, naturalmente, la competizione è parsa diversa sin dall’inizio. Ma la matricola si sta comunque comportando bene: 25 punti dopo 14 partite in una classifica cortissima che vede ben 8 squadre (il Venezia è primo a 29) raccolte in soli 4 punti.

Non basta. Il “calcio biologico” predicato da Nevio Scala fin dal primo giorno non ha resistito. La corazzata è corazzata e in quanto tale deve vincere sempre. Ora verrà affidata al tecnico della Berretti – ed ex capitano – Stefano Morrone.

Viene il dubbio che davanti a questi progetti, che sollevano l’entusiasmo della piazza, ci sia sempre una duplice verità: quella che si racconta ai microfoni e quella che sta dentro il club. E che alla fine l’unica vera situazione sia quest’ultima, al di là delle paginate che si dedicano ai buoni sentimenti.

E’ possibile fare calcio in Italia con programmazione e lungimiranza? Forse si, di certo con il Parma si è persa una occasione.

PrecedentePremier League, dal 2019 più partite in tv: ma saranno solo la metà
SuccessivoClosing Milan: prestiti bancari se non si sbloccano i fondi cinesi
Un bresciano a Manchester. Tra giornalismo economico e football scouting