Spettatori Serie B – Il primo luglio 2010 partiva il nuovo corso della Lega Nazionale di Serie B, basato fondamentalmente su un progetto di innovazione, che intendeva accrescere la popolarità, l’importanza e la competitività.
Analizzando i numeri riguardanti la presenza degli spettatori Serie B negli stadi, con riferimento al primo quinquennio è possibile notare come il campionato cadetto sia cresciuto in maniera esponenziale, grazie anche all’ottimo lavoro svolto in questi anni dal presidente Andrea Abodi, sia dal punto di vista dell’afflusso di spettatori allo stadio sia da quello relativo ai dati economico-finanziari delle squadre partecipanti.
Secondo il Report Calcio, lo studio realizzato in collaborazione con la FIGC da AREL e PWC, sull’andamento del calcio italiano negli ultimi cinque anni è emerso che la media degli spettatori Serie B è cresciuta mediamente del 5% annuo (come si può notare dalla tabella sottostante) passando dai 2.904.779 della stagione 2010-11 ai 3.308.294 dell’ultimo campionato concluso 2015-16.
Di conseguenza, tradotto in termini di monetari, il dato mette in luce come i ricavi da stadio aggregati, nel corso di questi anni, hanno non solo aumentato (anche se solamente del 3%) il loro peso specifico nel totale della voce “Valore di produzione”, ma soprattutto sono cresciuti in media del 14% annuo, passando dai 18,1 milioni di euro della stagione 2010-11 ai 23,4 milioni di quella 2014-15.
Dunque rispetto al campione di squadre considerato, ciascuna società di Serie B, dai botteghini ha incassato mediamente 1,1 milioni di euro. Dato reso ancora più significativo se si pensa che l’affluenza media per partita, nell’ultima stagione disputata, è stata di 7.009 spettatori, con una percentuale di riempimento medio del 38%.
Nonostante questo positivo incremento, la situazione rimane ancora fortemente critica se confrontata con le rispettive categorie di leghe europee, l’età media degli impianti italiani per quanta riguarda la Serie B è di 68 anni, senza considerare inoltre che la totalità degli stadi è di proprietà comunale. Questi numeri dunque devono far riflettere, ma soprattutto devono essere considerati come punto di partenza per tornare a crescere e raggiungere un alto livello di competitività, cercando sempre di migliorare quel potenziale economico ancora inespresso.