Palermo cambia ancora, stavolta arriva un nuovo diesse, Nicola Salerno, decisivo nella conferma di Eugenio Corini e nel tentativo di dare una prospettiva alla società. Oggi La Repubblica nell’edizione di Palermo dedica alla situazione una ampia analisi, a partire dalla conferma del tecnico.
La situazione non è rosea e gli scenari che si aprono, se non dovesse esserci una decisa inversione di rotta, sono di quelli che mettono i brividi. A Zamparini, soprattutto allo Zamparini degli ultimi tempi, si può rimproverare di tutto tranne il fatto di essersi reso conto di non riuscire più ad assicurare alla società quella forza economica di qualche anno fa e di avere messo in vendita la società.
Ma in viale del Fante non è ancora arrivata una vera offerta. Cascio non ha fornito le necessarie garanzie e la stessa cosa, almeno al momento, si può dire dei cinesi. L’offerta, in questo caso sembra seria, ma dalle parole non si è mai passati ai fatti e le scadenze vengono disattesi e il closing viene differito nel tempo.
Nel frattempo – stando a quel che scrive Repubblica – il Palermo è una società che ha un buco in bilancio di quasi 20 milioni, che ha un decreto ingiuntivo del Tas di 10 milioni, che ha il fido di 2,5 milioni bloccato da Unicredit, che ha solo duemila euro nel conto corrente e che ha un pignoramento di 200 mila euro da parte di Riscossione Sicilia.
E il paracadute di venticinque milioni in caso di retrocessione? Quei soldi, infatti, servirebbero soprattutto per pagare i creditori. Una soluzione sarebbe quella che Zamparini mettesse denaro suo come ha fatto in passato, ma le risorse finanziare del patron non sono quelle di un tempo così come non è quella di un tempo la sua voglia di investire nel calcio.
E così, qualora la cessione della società fosse ancora ritardata o non arrivasse proprio, Zamparini potrebbe fare due mosse: la prima è un passo indietro nominando un altro presidente, figura super partes. La seconda è consegnare la squadra in mano al sindaco Orlando. Mossa estrema che Zamparini paventa e che sarebbe l’anticamera del fallimento.
Nel frattempo è iniziato l’esodo dei dirigenti: Daniele Faggiano che si è dimesso ed è andato a fare il direttore sportivo al Parma. Lo sta facendo in queste ore anche il team manager Alessio Cracolici che ha deciso di dire no alla sicurezza del contratto a tempo indeterminato per cambiare aria anche lui. Andrà pure lui a Parma a supportare Faggiano. Ma gli addii non sono finiti perché il prossimo sarà Dario Baccin (coordinatore tecnico del settore giovanile) che, alla scadenza del contratto, andrà via da Palermo con probabile destinazione Juventus.