Dopo il sì allo stadio della Roma a Tor di Valle, anche la Lazio chiede alla giunta Raggi il suo stadio, avvertendo che non può essere lo stadio Flaminio – liquidato come uno «stratagemma» – «che non ha alcun requisito e condizione oggettiva per essere lo stadio della Lazio».
«A seguito delle dichiarazioni del sindaco Virginia Raggi e del rappresentante della AS Roma, la S.S. Lazio, prende atto con piacere, che sono state superate tutte le remore legate ai vincoli delle sovrintendenze e ai vincoli idrogeologici per la realizzazione dello Stadio della Roma», si legge in una nota del club presieduto da Claudio Lotito.
«La S.S. Lazio e i suoi innumerevoli tifosi», si legge ancora, «sono fiduciosi e certi che l’intera amministrazione comunale di Roma non creerà discriminazioni tra i cittadini romani in base alla fede calcistica e che il sindaco di Roma Virginia Raggi e la sua giunta sicuramente consentiranno di costruire anche per gli appassionati sostenitori dei colori biancocelesti, il proprio stadio, secondo i propri criteri di localizzazione, di efficienza e di qualità dell’impianto, senza ricorrere allo stratagemma dello Stadio Flaminio che non ha alcun requisito e condizione oggettiva per essere lo stadio della Lazio».
E «solo tale iniziativa, la creazione dello stadio della prima squadra della capitale, la Lazio, assevererà la volontà da parte delle istituzioni capitoline di intraprendere un percorso di innovazione in linea con i tempi, che proietti finalmente la nostra città, anche nel settore delle infrastrutture calcistiche, nella dimensione internazionale, cosi come sottolineato e richiesto dal Presidente Uefa, non più tardi di pochi giorni fa“.
Lo Stadio Flaminio, che sorge su viale Tiziano, fu realizzato tra il 1957 e il 1958 in vista delle Olimpiadi del 1960. Negli anni ha ospitato anche il rugby ed è stato per un breve periodo anche teatro delle partite della Roma e della Lazio (quando l’Olimpico era inagibile per i lavori di ristrutturazione in vista dei campionati del mondo di Italia 90), oltre che della Lodigiani poi diventata Atletico Roma.
Il Flaminio è irrecuperabile grazie alle leggi italiane che vincolano ogni rudere, ogni pezzo di cemento, ogni catapecchia che superi i cinquanta anni di età. A guardia delle brutture italiche è stata piazzata la Soprintendenza……..quasi come un mostro mitologico che impedisce che vengano recuperati vecchi edifici pericolanti e zone degradate. In Italia prima gridiamo e ci stracciamo le vesti contro il consumo di suolo poi impediamo che dove c’è già una costruzione fatiscente questa venga rimodernata. Un paese schizzofrenico alquanto. Non mi stancherò mai di citare gli esempi dell’Inghilterra dove non hanno esitato ad abbattere Highbury e Wembley per dare vita a progetti meravigliosi dando lavoro a decina di migliaia di persone e trasformato in meglio intere zone di Londra destinate al degrado. Se non si mette mano a quella legge idiota permettendo il recupero di edifici che ci sono già o di zone dove già si è costruito non si potrà evitare ulteriore consumo di suolo se non a chiacchere o slogan.