Si avvicina a grandi passi il momento in cui il Chelsea potrà finalmente contare su un nuovo stadio. Non sarà comunque un impianto nuovo di zecca, ma di una ristrutturazione, con relativo ampliamento, di Stamford Bridge, che passerà così dai 41 mila posti attuali a 60 mila.
Ora è arrivata anche l‘approvazione del sindaco di Londra, Sadiq Khan, che dà il via definitivo al progetto. L’investimento richiesto, secondo quanto riportato dai media inglesi, non è certamente indifferente e pari a 500 milioni di sterline (equivalenti a 700 milioni di euro).
Stamford Bridge è uno degli impianti più antichi dell’Inghilterra e risale al 1905. Successivamente è stata effettuata una ristrutturazione nel 1990, ma ora è ormai diventato necessario incrementare la capienza per dare la possibilità a un numero maggiore di persone di seguire da vicino le imprese dei “Blues”. La percentuale di riempimento dell’attuale Stamford Bridge, infatti, supera in media in molti casi il 99% e sono diversi i tifosi del Chelsea costretti a rinunciare all’idea di vedere la partita dal vivo.
Il progetto è stato affidato alla società svizzera di architettura Herzog & De Meuron, che si è già occupata di altri stadi celebri, quali il “Nido d’Uccello” di Pechino e l’Allianz Arena, “casa” del Bayern Monaco.
Entro tre anni i lavori potrebbero essere portati a termine. Inevitabilmente questo porterà la società londinese di fronte a una scelta: giocare, non senza difficoltà, a Stamford Bridge (in formato ridotto) mentre è in corso la ristrutturazione, oppure scegliere un impianto alternativo.
Una soluzione possibile potrebbe essere rappresentata da Wembley, ma anche qui gli ostacoli non mancano. Nella prossima stagione, infatti, nello storico impianto il Tottenham giocherà le sue gare casalinghe in attesa di porter inaugurare la sua nuova struttura. Qualche tempo fa si era parlato anche di Twickenham, ma è già arrivato parere negativo da parte della Federazione di Rugby.
I sostenitori dei “Blues” potranno così contare su un impianto polifunzionale all’altezza di una formazione che mira a essere tra le protagoniste in Europa. Oltre al campo da calcio sono previsti inoltre un nuovo club shop, un nuovo museo e un’area interamente dedicata alle attività commerciali come ristoranti e bar.
Beati loro che non hanno la Soprintendenza per i ruderi culturali e le baracche artistiche che piomberebbe su questo progetto come un falco a caccia della sua preda per bloccare tutto aspettando che qualcuno dica grazie.