Stadio nuovo per Venezia con centro commerciale e tutto quello che serve per fare cassa al suo fianco. La sponda al patron del club Joe Tacopina arriva dal sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro che in un’intervista su Facebook con il giornale satirico ‘Lo Schitto’ spiega (seriamente) i progetti futuri. Lo riporta il quotidiano locale La Nuova Venezia. A quanto pare, tutto nasce dalle difficoltà economiche del Casinò di Venezia che “è alla canna del gas” con oltre “30 milioni di debiti” nell’immobiliare. Da qui l’idea di vendere il terreno in portafogli al Calcio Venezia, “finora ho chiesto riservatezza ma ora lo dico visto che voi siete un giornale serio”, ha scherzato il vulcanico primo cittadino.
La trattativa, stando a quanto riporta La Nuova, era sotto traccia da mesi. Adesso c’è un’aurea di ufficialità: “Gli vendo la terra del Comune, dell’immobiliare, per costruire lo stadio e i privati fanno stadio, centro commerciale e parcheggi. Non lo facciamo noi lo stadio, lo fanno loro. Una cosa che si dice da vent’anni e io sto tentando di farla”, ha spiegato Brugnaro.
Con la trattativa, diciamo così, ufficializzata riprende vigore il progetto che era di Maurizio Zamparini, quando prima della Vucciria bazzicava in Laguna. Come spiega La Nuova, “i terreni del Quadrante sono della Cmv Spa, società patrimoniale del Casinò e nei programmi della nuova amministrazione fucsia vanno venduti”.
Con Brugnaro si punta a ripianare i debiti del Casinò vendendo gli ex terreni “d’oro” del quadrante di Tessera. “Valevano 100 milioni di euro, oggi il valore è di massimo 45 milioni”, ricostruisce il quotidiano veneziano.
Dell’idea ne aveva parlato anche il numero uno del club a fine gennaio in un’intervista a La Gazzetta dello Sport: “Il Luigi Penzo è storico, ma ormai obsoleto. Il progetto per l’impianto è già pronto. Sarà fantastico, con una copertura realizzata in vetro di Murano. Il sindaco Luigi Brugnaro è con me, perché ha a cuore il bene di questa città e sa che la costruzione del nuovo stadio porterà 10.000 posti di lavoro”. Dalle parole ai (pare) i fatti.