Per il closing del Milan “è tutto come prima, il 13, il 14” aprile. Silvio Berlusconi ha confermato che si compirà entro il venerdì Santo la cessione a Li Yonghong.
Atterrato in elicottero alla Fiera di Rho per visitare i padiglioni del Salone del Mobile e pranzare con gli imprenditori del settore, il patron rossonero ha parlato fra l’altro di di legge elettorale e tasse, dedicando solo poche parole al destino della creatura calcistica che si appresta a vendere dopo 31 anni, l’ultimo passato a trattare la complicata operazione con il misterioso businessman cinese. Berlusconi ancora sta valutando la possibilità di mantenere la presidenza onoraria del club.
In linea di massima sarebbe pronto ad accettare ma, secondo quanto riferiscono fonti a lui vicine, non avrebbe ancora sciolto la riserva. Altrimenti il prossimo presidente del club sarà proprio Li, che a inizio agosto ha firmato il contratto preliminare con Fininvest e, dopo due rinvii per mancanza di fondi, si prepara a firmare fra giovedì e venerdì prossimi il closing, grazie al prestito ponte da 303 milioni di euro ottenuto da Elliott Management.
L’hedge fund statunitense avrà un membro nel cda della società veicolo lussemburghese di Li Yonghong che controllerà il Milan e potrà esprimere gradimento sui consiglieri del club, probabilmente 7, che saranno nominati dall’assemblea del club del 14 aprile. Dal fronte cinese confermano che nel cda rossonero faranno parte lo stesso Li, il suo braccio destro David Han, il presidente di Haixia Lu Bo, l’ad in pectore, Marco Fassone, l’avvocato Roberto Cappelli e il manager Marco Patuano.
Il settimo, a quanto si apprende, sarà un personaggio di provata fede rossonera con competenze ed esperienza nel mondo finanziario. Una società di cacciatori di teste ha infatti ricevuto il mandato di selezionare questo profilo fra una serie di candidati, fra i quali anche Paolo Scaroni, ex ad di Eni e oggi vicepresidente della banca d’affari Rothschild, uno degli advisor coinvolti nell’operazione, Fabrizio Viola, ad della Banca Popolare di Vicenza, Sergio Iasi, ad dell’Interporto Campano, Roberto Italia, partner di Space Holding, e Giovanni Giorno Tempini, presidente di Fondazione Fiera Milano, ente che nelle scorse settimane ha chiuso con una “conciliazione amichevole” la vertenza legale con il Milan per la mancata costruzione dello stadio nell’area del Portello.