Un altro scandalo travolge il calcio inglese: dopo le scommesse illegali, gli allenatori pedofili, le bustarelle tra dirigenti, adesso una maxi-frode fiscale, milioni di sterline eluse al fisco di Sua Maestà.
Protagonisti alcuni club del campionato più ricco al mondo, che – evidentemente – è diventato anche un magnete per gli intermediari più spregiudicati.
Questo almeno è il sospetto degli inquirenti che dopo settimane di indagini sotto-traccia, oggi sono passati all’azione. Più di 180 agenti sono stati impiegati in un’imponente retata, che ha portato all’arresto di diversi personaggi del football d’Oltremanica.
Tra i quali anche Lee Charnley, direttore generale del Newcastle, appena tornato in Premier League sotto la guida di Rafa Benitez. Ma i Magpies non solo l’unica società al centro dell’inchiesta.
Anche le sedi del West Ham e del Chelsea sono state setacciate, sequestrando computer, telefoni cellulari, registri contabili e documenti finanziari. L’ipotesi dell’accusa è che queste società (ma l’indagine è destinata ad allargarsi, si parla di almeno una dozzina di società coinvolte) abbiamo orchestrato una frode fiscale e assicurativa tramite contratti fasulli per la gestione dei diritti d’immagine dei giocatori, riuscendo così a non pagare le tasse su una somma totale di 5 milioni di sterline, quasi 6 milioni di euro.
Gli arresti sono avvenuti nel Nord-Est e Sud-Est del paese, con un appendice investigativa anche in Francia, dove il club sotto inchiesta è il Marsiglia, partner privilegiato di West Ham e Newcastle in numerose operazioni di mercato. A cominciare da quella per portare a Londra Dimitri Payet: strappato dagli Hammers nel 2015, lo scorso gennaio il nazionale francese ha preferito fare ritorno al Velodrome.
In attesa della conclusione degli accertamenti, la Federcalcio inglese ha preferito non commentare, ma in caso di provata colpevolezza, i club responsabili rischiano non solo una forte multa, ma anche punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato.