Tagliare del 30% il numero delle squadre professionistiche italiane. Un traguardo decisamente ambizioso quello che si prefissa Carlo Tavecchio, presidente della FIGC e attualmente anche commissario della Serie A. “L’obiettivo è di far capire ai campanili italiani che una riduzione delle squadre professionistiche di almeno un 30% vada fatta”, dice a margine del Kickoff l’evento della federazione dedicato alla governance nel mondo del pallone.
“Le riforme – spiega Tavecchio – sono un progetto di non facile attuazione. Una di queste è legata ad una mia idea derivante dal fatto che noi abbiamo molte squadre professionistiche, più di quelle che possiamo sopportare. Se facciamo i paragoni con le altre nazioni d’Europa, ben più numerose anche come abitanti, e ben più ricche, abbiamo delle differenze abissali”.
Insomma, per rendere il calcio più competitivo secondo il presidente federale bisogna tagliare. Ma per fortuna che capitali stranieri: quelli sul Milan, ha detto il pres parlando dei rossoneri, sono “investimenti consistenti e ringrazio per quello che è successo, la piazza di Milano non poteva restare ad osservare il sistema calcio italiano senza essere sul tavolo”.
Più in generale Tavecchio ha osservato che “in un momento di globalizzazione dove tutto ormai passa attraverso la sfera mondiale gli investimenti in Italia quando sono onesti ed arrivano con liceità sono i benvenuti. Dobbiamo smetterla di dire che arrivano gli stranieri. In Inghilterra, in Francia, in Spagna ed in Germania chi c’è?“, si chiede il numero uno del calcio azzurro.
“Se il capitale straniero arriva in Italia sotto l’aspetto naturale ed etico va bene. Inter e Milan – chiosa Tavecchio – devono tornare sulla scena italiana del campionato, non possiamo perdere Milano. Abbiamo Roma, abbiamo Torino, abbiamo Napoli, abbiamo Firenze. Credo che anche Inter e Milan siano attori importanti di un sistema che ci sta dando dei risultati”.