
Société Générale suggerisce cautela rispetto agli entusiasmi brasiliani sugli effetti della Coppa del Mondo sull’economia. Sulla falsariga di quanto visto anche dall’analisi di Ubs, gli analisti della banca francese ricordano le stime del governo carioca: 28,1 miliardi di reais di investimenti preparativi, aggiunta di 3,6 milioni di posti di lavoro, creazione di circa 142 miliardi di investimenti (considerando anche quelli indiretti) tra il 2010 e il 2014, con un impatto fino allo 0,6% del Pil.
Il governo fa pronostici esagerati
“Il ministero delle finanze brasiliano”, scrivono a SocGen, pone le stime di guadagno annuo dall’organizzazione del Torneo allo 0,4% in termini di crescita del Pil reale durante gli anni degli investimenti e oltre. A nostro avviso questa affermazione è un po’ esagerata. Inoltre, la maggior parte dei guadagni derivanti dalla spesa sono già stati presi in considerazione nel calcolo del Pil. Secondo SocGen, l’investimento una tantum di circa 28 miliardi di reais dovrebbe offrire al Paese sudamericano una spinta aggiuntiva di crescita di circa 4,6 miliardi, cioè tra lo 0,1 e lo 0,2% del Prodotto interno lordo.
Il gudagno immediato dal turismo, stimato dall’Ente Embratur in 3,7 milioni di persone in arrivo per 3,2 miliardi di dollari di spese da parte di stranieri, dovrebbe essere leggibile sulla bilancia corrente dei pagamenti, che risulta in deficit per il 3,8%: potrebbe beneficiarne per lo 0,2%, ma le stime dell’Ente del turismo sono comunque da prendere con le molle. C’è poi da affrontare il tema della vastità del territorio: SocGen ricorda infatti che un conto è un impatto da 3 miliardi su un Paese come il SudAfrica, che ne beneficia ben diversamente rispetto a uno Stato che è in realtà esteso come un continente, come nel caso del Brasile.
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Gli analisti considerano poi che la spesa pubblica sostenuta in preparazione dell’evento supera di gran lunga il costo percepito per organizzare l’evento. Tuttavia, gli investimenti per la Coppa del Mondo si attestano a una stima dello 0,55% della spesa pubblica totale nel 2010-14. Va però considerato – sottolineano gli analisti – che nel bilancino dei costi e guadagni bisogna ricordare che una buona parte dei guadagni diretti (dalla vendita dei biglietti, dagli sponsor, relativi ai diritti tv) vanno alla Fifa, mentre il paese ospitante gode meno benefici anche se ha sostenuto tutte le spese.
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