nuovo stadio Firenze
Coreografia dei tifosi della Fiorentina (foto Insidefoto.com)

I dubbi di Diego Della Valle sul mantenere la proprietà della Fiorentina scuotono Palazzo Vecchio: se la famiglia Tod’s dovesse dire addio al calcio in Toscana, Firenze sarebbe costretta a rinunciare al sogno del nuovo stadio viola. I plastici sono stati presentati in pompa magna solo una manciata di settimane fa, ma i Della Valle sono la condizione essenziale perché si possa partire spediti con i lavori nell’area Mercafir, lì dove per anni è stata venduta frutta e verdura. Senza la famiglia, Nardella sarebbe costretto a mollare dopo averci scommesso parecchio: “A differenza di Roma, sul nuovo stadio noi parliamo poco e facciamo molto, aveva detto a fine febbraio stuzzicando il sindaco della Capitale, Virginia Raggi.

Rinunciare sarebbe una sconfitta, ma il sindaco non è il solo che rischia di perdere qualcosa se il cantiere dovesse saltare. La Fiorentina un bell’investimento lo ha fatto: 836.250 euro staccati in parcelle a chi ha lavorato al progetto su carta e plastica. La cifra è messa nero su bianco nel bilancio della Fiorentina al 31 dicembre 2016 ed è vero che è una somma bassa se paragonata al fatturato – pari a 135,44 milioni di euro – ma rappresenta pur sempre il 30,5% del rosso accumulato dal club nell’esercizio chiuso a -2,7 milioni.

A conti fatti, insomma, se la famiglia Della Valle dovesse mollare la presa e decidesse di far naufragare il progetto Mercafir a rimetterci sarebbe innanzitutto la Fiorentina: il club quei soldi li ha spesi in “parcelle relative agli studi di architettura e di progettazione per la realizzazione del progetto definitivo del nuovo stadio”, si legge nel bilancio viola.

Anche se non emerge a chi siano andati gli 836mila euro, quei soldi rappresentano una novità, visto che nel bilancio dell’anno precedente non c’è traccia di investimenti per il nuovo stadio. Del resto, lo stesso club ammette di aver fatto passi da gigante nell’ultimo esercizio per coltivare quella che era l’ambizione del club e dei Della Valle: “Il 2016 – si legge in nota integrativa – sarà ricordato come l’anno durante il quale il lungo percorso per l’approvazione del progetto del nuovo Stadio ha vissuto un’accelerazione importante; la necessaria attuazione cambierà il futuro patrimoniale e sportivo del club”.

Evviva. O almeno, tutti a Firenze così credevano fino a pochi giorni fa, prima che la mancata qualificazione in Europa League e l’intervista di DDV a L’Economia allontanassero le certezze per far spazio ai dubbi: “Mio fratello Andrea ha fatto economicamente dei miracoli – ha spiegato DDV al giornale di cui è azionista – La domanda che gli faccio è, dove sta il divertimento? È arrivato il momento di contarsi per davvero e vedere se questa pessima situazione dipende da pochi tifosi o se la città la pensa così. E poi di conseguenza prendere le dovute decisioni”.

Nardella ha preso tempo e si è augurato di incontrare presto la famiglia proprietaria del club per affrontare una volta per tutte la faccenda. Il timore è che il malumore si possa trasformare in disaffezione, costringendo la città a dover rinunciare al nuovo stadio tutto-viola. In quel caso ci sarebbe solo una magrissima consolazione per il primo cittadino di Firenze: il club paga circa 900mila euro all’anno per poter calcare l’erba del Franchi la domenica e il canone resterà lo stesso fino alla scadenza della convezione, nel 2022. Ma se si arrivasse a dover rinnovare quello stesso contratto ecco che il prezzo potrebbe salire, parecchio.

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Mi piacciono tanto le domande: giornalista, nato a Bari e adottato da Milano.