Lo sport è il contenuto principe per Facebook: la finale di Champions fra Juve e Real Madrid è stata commentata da 34 milioni di utenti per 94 milioni di interazioni. E sarà proprio questo il fil rouge dei video su cui Facebook punta: soprattutto sport ma non solo purché si tratti di show sui quali si accende la condivisione degli utenti.
Ne scrive oggi il quotidiano ItaliaOggi in una ampia analisi di Andrea Secchi che fa luce su quel che sarà il futuro televisivo e del social media più grande del mondo.
Difficile quindi che si parli di film. Per sperimentare Zuckerberg non vuole spendere molto, niente produzioni milionarie come quelle di Netflix e quando si può revenue sharing sulla pubblicità con produttori e detentori dei diritti, un modo meno rischioso per sviluppare anche questo fronte.
L’ultima mossa è della scorsa settimana: Facebook ha siglato un accordo con Fox Sport per trasmettere negli Usa 12 partite della prossima Champions League, alcune delle quali in esclusiva.
Non è il primo accordo con cui il social network di Mark Zuckerberg si aggiudica diritti sportivi.
Nel caso della Champions, per esempio, già Fox trasmetteva alcune partite soltanto sulla propria piattaforma online (Fox Sports Go), ma ha deciso comunque di andare anche su Facebook sicuro di poter attrarre ancora più spettatori e quindi pubblicità.
A febbraio è stata annunciata la partnership con Univision per la trasmissione di 46 partite della massima serie del campionato messicano, mentre a marzo è stata la volta del calcio americano con la Major League Soccer.
Già calcioefinanza.it nelle scorse settimane aveva analizzato la situazione evidenziando quale è la mossa che determinerà la svolta: ovvero un grande deal per i diritti di primissima fascia (ad esempio la Champions in un grande paese europeo).
Tutte queste mosse (che per ora interessano solo il mercato americano), e altre fatte in precedenza, rientrano nella strategia che Zuckerberg sta perseguendo con forza ultimamente: video fi rst.
Facebook per garantirsi di ottenere il massimo dai suoi utenti in termini di monetizzazione pubblicitaria deve trattenerli il più possibile, offrendo tutto quello che cercano: è stato così per i giornali e l’informazione, è così anche per i video.
È la competizione per il tempo delle persone, quella che in un mondo ricco di offerta di contenuti, molti dei quali gratuiti, è diventata fondamentale. Ma non è solo una questione di quantità. Puntare su video lunghi e non generati dagli utenti per Facebook significa sì poter inserire più pubblicità ma anche poter sviluppare formati di premium advertising da far pagare di più.
Sfida aperta, quindi, con piattaforme online diverse come YouTube o Netflix ma anche con la tv tradizionale.