maglie Serie A 2017-2018
(foto Insidefoto.com)

La riforma sulla ripartizione dei diritti tv in Serie A è alle porte. Da domani infatti la revisione della Legge Melandri ad opera del Ministro dello Sport Luca Lotti passerà al vaglio del Senato, all’interno dell’analisi sulla Legge di Bilancio 2018.

Una riforma che, stando alle parole dello stesso Lotti, «renderà il campionato più bello e interessante». Ma nel particolare, come cambierà dal punto di vista economico la ridistribuzione tra le squadre? Il passaggio dal 40 al 50% delle quote da dividere tra le 20 squadre renderà minore l’impatto tra le big e le medio-piccole, mentre il fattore “spettatori” potrebbe riequilibrare ulteriormente la situazione, rispetto al precedente studio sulle tifoserie in Italia.

In attesa di capire nel particolare quale saranno le metodologie di calcolo, le nostre stime si basano sul numero di spettatori in casa delle 20 squadre nelle ultime tre stagioni (anche nelle categorie inferiori) rapportato al totale degli spettatori delle stesse 20 squadre. Inoltre, nella nostra simulazione, abbiamo considerato sia l’attuale cifra del contratto dei diritti tv per la Serie A da incassare globalmente (circa 924 milioni di euro) sia quella che, secondo nostre stime, potrebbe essere la nuova cifra che la Serie A si potrebbe suddividere nel triennio 2018/21.

Con l’attuale contratto in vigore e l’attuale sistema di ripartizione, stando alla nostra simulazione, la differenza sarebbe netta: la prima, ovverosia la Juventus, incasserebbe circa 4 volte più dell’ultima, cioè il Sassuolo.

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Divario ugualmente anche alto anche considerando i potenziali 1,2 miliardi di euro che la Serie A potrebbe dividersi con il nuovo contratto: la Juventus potrebbe incassare 141 milioni di euro, il Sassuolo solo 32,7 milioni.

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La riforma Lotti porterebbe ad una situazione decisamente più equilibrata, secondo la nostra stima. Il rapporto tra prima e ultima scenderebbe a circa 2 a 1, con le big che vedrebbero notevolmente scendere i propri ricavi e le medio-piccole che avvicinerebbero gli incassi a quelli delle squadre principali.

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I calcoli in base alla stima sul nuovo contratto riporterebbero in alto i ricavi anche per le big, tutte oltre quota 80 milioni di euro, seppur lontani dagli incassi stimati in base all’attuale metodo di distribuzione. diritti tv nuova ripartizione serie a

In quest’ultima ipotesi, l’ultima potrebbe incassare addirittura intorno ai 40 milioni di euro, poco meno della metà di quanto porterebbe a casa la prima.

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17 COMMENTI

  1. I soldi che già incassano le piccole in serie A ovvero 30 milioni di euro vengono portati chissà dove dai vari presidenti-proprietari dei club. Prendiamo d’esempio il Benevento che ha una rosa che costa pochissimi di cartellini e stipendi e avrà oltre ai 30 milioni di euro anche altri milioni dal paracadute quando scendera in B. Qundi non solo proprietari usano le squadre per mettersi i soldi in tasca, ma ora avranno ancor più soldi per farlo.INaccettabile. Anche perchè ke opartite tra medio piccole non le vede nessuno nè negli stadi nè in tv- La Juve che traina l’intero movimento saerebbe la prima danneggiata e rispetto ciò un presidente degno di questo nome dovrebbe agire a tutela del club come hanno fatto Real e Barcellona sempre per quanto cocnerne i diritti tv della Liga.

  2. L’unico modo per rilanciare la serie A all’estero è adottare il trattato di cotonou come avviene nei gli altri campionati che prevedono i giocatori africani come fossero europei ed aprire alla libero tesseramento degli extracomunitari come in Germania Francia e in parte Spagna. Un presidente della Juve se fosse cosi consapevole della importanza di queste misure da adottare non sarebbe il presidente di un club che ha spesso speso tanti milioni di euro in giocatori già tesserati del campionato italiano e regalato quindi soldi agli altri club italiani spesso senza logica tecnica finanziaria

  3. Aiutandomi con la simulazione del sito calcioefinanza.it ho elaborato quanti soldi la Juventus perderà da quest’anno per la Champions e dalla prossima stagione 2018-2019, dai diritti tv della serie A e della Champions.

    La Juventus dalla Champions 2016-2017 ha incassato 110 milioni di euro il primo club in Europa per incassi, si può sostenere tranquillamente come il bilancio di esercizio della Juventus negli ultimi anni si sia retti esclusivamente sui diritti tv Champions e sulle plusvalenze.

    Considerando che la serie A punta a 1,2 miliardi di incassi annui per il triennio 2018-21 mentre sky ha già acquistato i diritti Champions 2018-21 per poco più di 200 milioni l’anno (mentre mediaset acquistò i diritti nel 2015 per il trienno 250 milioni l’anno) i diritti andranno divisi tra 4 società (e non come successo negli ultimi 3 anni con solo una squadra) quindi i soldi che incasserà la Juventus dalla Champions saranno nettamente meno e il bilancio della Juventus si è retto negli ultimi 3 anni sui ricavi della Champions.Saranno meno quest’anno perchè ci sono Napoli e Roma e dall’anno prossimo perchè ci sarà anche una terza con cui dividere il market pool.

    Passando alla serie A la Juventus ha incassato 141 milioni l’anno nell’ultima stagione 2016-2017

    vecchio-contratto-vecchia-ripartizione.p

    Con la nuova legge Lotti sui diritti tv la Juventus incasserebbe :

    Nuovo-contratto-nuova-ripartizione.png

    Da notare come il presidente Agnelli alla domanda di un giornalista in conferenza sulla legge Lotti abbia detto che non c’è nulla da preoccuparsi e che a lui la legge va bene.

    Nonostante la Juventus grazie ai propri tifosi sia nettamente prima nell’audience tv con 75 milioni di telespettatori nella stagione 16/17, il club di diritti tv, nonostante i tifosi della Juventus rappresentino la stragrande maggioranza degli abbonati pay, la Juventus incassa nettamente meno dei principali team spagnoli e la metà dei club inglesi. Questo perché il club NON E’ TUTELATO in Lega calcio e non ha telespettatori in Asia dove le partite per il fuso orario vanno di notte ( i diritti tv esteri della serie A vengono venduti a cifre ridicole per l’inesistente attrattiva data dallo spettacolo, tecnico e ambientale in primis i campi da gioco, mortificante delle partite trasmesse tra club medio bassi di serie A ) e contro la LEGGE MELANDRI imposta CLAMOROSAMENTE dalla politica nazionale contro gli interessi della Juventus..

  4. Per me è un suicidio.
    Già i nostri top club hanno ricavi lontani dalle Spagnole, Inglesi e Bayern, e noi li riduciamo ulteriormente. Una genialata….

  5. il 50% è un regalo per società che non portano nè tifosi nè ascolti in tv (in Inghilterra che si prende sempre come esempio non esistono società che hanno stadi vuoti e telespettatori ancora più bassi di quanti non ne portino allo stadio)

    ok la ripartizione in base ai paganti allo stadio, ma poi quel 50% andrebbe almeno spartito in 3 parti uguali: una parte uguale per tutti, una parte ripartita in base ai minuti fatti giocare da giocatori arruolabili in nazionale, una parte ripartita in base ai minuti giocati da giocatori provenienti dal vivaio.

    Così ci sarebbe una buona parte degli introiti che potrebbero benissimo finire nelle tasche delle piccole, ma non per grazia ricevuta, se li intascherebbero apportando qualcosa di buono nel sistema calcio

  6. E’ una riforma sacrosanta, speriamo non sia annacquata con il Decreto attuativo. Stiamo assistendo ad un campionato ridicolo dove dopo 11 giornate il Napoli, l’Inter e la Lazio hanno fatto il loro record di punti di tutti i tempi… ovvio poichè vincono tutte le partite contro squadre che non hanno i mezzi per potersela giocare. Ma chi volete che all’estero si appassioni ad un campionato del genere? Ed anche in Italia io prima mi guardavo quasi tutte le partite mentre ora a malapena guardo quelle della mia squadra (il Napoli), visto che quasi sempre il risultato è scontato a favore delle Big, che vincono 4 volte su 5 in goleada.

    • E l’interesse verso il campionato lo crei facendo incassare 40 mln invece di 30 a Crotone, Benevento e compagnia e togliendo soldi a quei club che fanno il 70% degli ascolti, anche internazionali? Ho i miei dubbi…
      La gente vuole vedere grandi squadre, grandi campioni, club che si fanno valere in CL, e tutto questo lo possono fare solo i top club con mezzi finanziari adeguati.
      Un campionato equilibrato ma di basso livello non interessa a nessuno. Anche il campionato parrocchiale è equilibrato se è per quello…

  7. La juve è la squadra che ha di gran lungo il maggior numero di tifosi in Italia eppure conquesta riforma incasserebbe meno delle milanesi e poco più di Roma e Napoli che in italia sono seguite solo nella loro città. Dove sta la logica? Dove sta la “giustizia”?
    Cosi dopo la legge melandri un’altra legge partorita sul sentimento popolare dall’ennesimo politicante incompetente.

  8. Ma il blasone e soprattutto il numero dei tifosi non conta proprio niente in questo Paese comunista ???

  9. Ma in quale universo il Chievo ha una storia migliore di quella del Cagliari? …E lo stesso Verona poi? Basta guardare la classifica perpetua.. che buffonata!

  10. La juve, la juve,la juve …e basta con sta juve …almeno cosi il nostro campionato sarà un po’ piu competitivo e non che alla 12 ma giornata si sa chi retrocede in B….vi piace vincere facile ….. in campo europeo con il nuovo Decreto voluto dal ministro Lotti ci sarà un campionato piu equilibrato dove i giocatori stranieri saranno nuovamente attirati dal nostro competitivo campionato…….juve juve juve bla bla bla bla

  11. Vi faccio notare anche qui che le colonne relative ai risultati sportivi hanno le percentuali sbagliate. I numeri relativi a storia e ultimi 5 anni per certe squadre sono, diciamo, improbabili. Detto questo, credo proprio che per quanto riguarda il “radicamento sociale” la dicitura del testo normativo nell’affermare gli spettatori paganti come parametro principale lascia volutamente spazio ad altri parametri. Detto che sarebbe saggio tenere conto anche del “load factor” (per stimolare la costruzione di nuovi stadi e non penalizzare chi ha stadio moderno con posti limitati), i parametri verosimili da affiancare saranno o gli ascolti tv (ha più senso visto che si parla di diritti tv) o il bacino di utenza da indagini demoscopiche. Le grandi spingeranno per questo, molti pensano che sia più conveniente usare gli ascolti tv ma non è così, quindi spingeranno per il n. di sostenitori (per me sarebbe più corretto usare gli ascolti). Le grandi perderanno meno con un rapporto prima/ultima che si attesterebbe intorno al 2.5. La riforma è assolutamente da farsi, se guardate nell’ottica della crescita del campionato nel complesso e non con gli occhi di tifosi di una squadra specifica lo capirete. Se i numeri della nuova asta per i diritti nazionali saranno quelli che ci si aspetta le grandi non prenderanno meno rispetto alla vecchia ripartizione, anzi comunque qualcosa in più.

  12. Da riforma: l’ultimo campionato prenderebbe il 15% non il 5%. Gli ultimi 5 campionati prendono il 10% non il 15% e la storia il 5% non il 10%.
    Non so come si calcolino (o abbiate calcolato) gli ultimi 5 anni, io personalmente non vedo metodo più equo che sommare tutti i punti fatti in serie a dalle squadre che parteciperanno e dividere la quota di diritti relativa a quella categoria per la somma dei punti, ottenendo così una quota per punto. La squadra x prenderà la somma totale dei punti nei 5 anni moltiplicato per la quota punto.
    Ad ogni modo, dubito che il cagliari che ha fatto 4 campionati di A su 5, possa prendere la stessa cifra del benevento che ha fatto 1 campionato di A su 5. Poi vedete voi.
    Non voglio criticarvi, voglio solo suggerirvi più accuratezza dato che la vostra simulazione viene citata ovunque sul web. Avete una certa importanza su queste questioni e per questione di principio dovreste ambire alla massima verosimiglianza in queste analisi. Poi fate voi, censurate anche questo messaggio.

    • Noi non censuriamo nulla, innanzitutto.

      Sulla metodologia, non avendo a disposizione la metodologia specifica per quanto riguarda i risultati storici, ci siamo basati sulla analisi effettuata dalla Gazzetta dello Sport per la stagione 2016/17, rapportando i valori di quella stagione a quella attuale. Alle tre neopromosse, per lo stesso motivo abbiamo dato un valore medio sulla differenza residua per quanto riguarda le 17 squadre in Serie A sia nella stagione 2016/17 che in questa stagione. Probabilmente in questo pezzo non è stato specificato per una nostra dimenticanza, era stato specificato nelle tabelle di questo articolo di alcune settimane fa (https://test.calcioefinanza.it/2017/10/13/ripartizione-diritti-tv-serie-a-2018-2021/), che sono state la base per il nuovo articolo. Infine, modificheremo i dati relativi ai risultati sportivi.

      • Grazie per la risposta e mi scuso per l’accusa di censura. Son stato ampiamente smentito.

        Si, ma il Verona è una neopromossa, non il Crotone o il Cagliari. Se si facesse una stima basandosi sui 5 campionati scorsi, il Verona sarebbe due volte neopromossa, purtroppo per loro. Anche il Bologna un anno in b se l’è fatto. C’è più di una cosa che non torna nel fondo della lista, e in certe voci, ma capisco le difficoltà e capisco che l’interesse maggiore era rivolto a quanto perderebbero le grandi. Non son sicuro che focalizzarsi su quello faccia il bene della serie A nel complesso ma tant’è.

        Siccome queste simulazioni sono interessanti vi scongiuro di farne altre, magari includendo alcuni scenari possibili (perché è quasi certo che non sarà esattamente così alla fine, soprattutto nella voce “radicamento sociale”).

  13. Leggo ora della proposta Juventus di assegnare una quota del 20% da dividere tra chi compete in Europa. Il 20% è ovviamente spropositato, come stravolgere e distruggere l’intento principale della riforma in una sola mossa. Dubito che le stesse grandi (tranne la Juventus, sempre a rischio annata storta senza Europa) accetterebbero mai. Perché l’annata storta significherebbe disastro sportivo (con effetti di bilancio, credo). Si spera quindi che dica 20% per ottenere 5 o 10%. Che sarebbe già condivisibile. Io, nell’ottica di guardare al futuro, eliminerei la storia che ha veramente poco senso, sostituendolo con un premio Europa meritocratico (in limiti accettabili, quindi 5%, massimo 10%).

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