Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, per ora non sembra avere intenzione di fare un passo indietro nonostante la mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale di Russia 2018.
L’attuale numero uno del calcio italiano considera coraggioso restare al suo posto. Nelle prossime ore darà mandato a Michele Uva di esonerare Gian Piero Ventura.
Poi alle 16, in via Allegri – come ricorda il Corriere della Sera – riunirà i presidenti delle varie componenti (mancherà la Lega di Serie A il cui commissario è lo stesso Tavecchio) per trovare una soluzione condivisa per superare la crisi.

E per questo, oltre ai suoi alleati, Sibilia (Dilettanti), Ulivieri (Assoallenatori) e Nicchi (arbitri) ha convocato l’opposizione, composta dalla Lega Pro (Gravina) e i calciatori (Tommasi).
Tavecchio vuole capire se da questo vertice emerge la volontà per uscire con un progetto che rilanci l’azione federale e individui il tecnico che dovrà guidare gli azzurri nel dopo Ventura.
L’idea è di prendere un allenatore di prima fascia, ma al tempo stesso inserire all’interno del club Italia almeno un ex giocatore di spicco, una figura esperta di provata moralità e qualità. L’ideale sarebbe l’accoppiata Carlo Ancelotti – Paolo Maldini.
Ancelotti disponibile, ma chiede rinnovamento
L’ex tecnico del Bayern Monaco in questi giorni in Canada – scrive la Gazzetta dello Sport – ha vissuto con dolore l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale, ed è per questo che non rifiuterebbe mai a priori il ruolo di salvatore della patria.

Ancelotti sa bene che se accettasse la panchina dell’Italia – pur ipotizzando uno stipendio alla Conte (4 milioni di euro netti a stagione) – guadagnerebbe molto meno di quanto potrebbe offrire un club. Quindi, la questione economica non è sul tavolo e questo, negli informali contatti avuti ieri con alcuni dirigenti, è chiaro a tutti.
Senza contare un altro aspetto, ovvero i buoni rapporti personali che Ancelotti ha sia con Malagò, presidente del Coni, che con Uva, direttore generale della Federcalcio.

Non mancano però gli ostacoli. Il primo è che all’allenatore in questo momento piacerebbe più di ogni altra cosa tornare ad allenare in Inghilterra, e già sotto traccia si sono mossi per contattarlo sia il Chelsea che l’Arsenal.
Ma la vera difficoltà è un’altra. Ancelotti ritiene che la questione c.t. sia secondaria. Occorre innanzitutto un progetto nuovo, uno svecchiamento di idee che prescinda dalle persone, anche se ritiene che difficilmente chi ha governato finora possa esprimere un reale rinnovamento
Comunque, una volta che i vertici federali formulassero un piano del genere e glielo proponessero, allora Ancelotti potrebbe valutare il tutto con cognizione di causa. Una cosa è certa: il tecnico non ha intenzione di lasciarsi strumentalizzare dalle fazioni politiche, e sa bene come, con le elezioni fissate per marzo, tanti nodi potrebbero essere sciolti solo più avanti. E a quel punto c’è il rischio che sia tardi.