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Scissione Serie A dalla Figc – Pur senza un accordo tra i club sui nuovi vertici, tanto che l’assemblea di lunedì 27 dovrebbe chiudersi con un nulla di fatto sul fronte delle nomine, tra i presidenti della Serie A si comincia a evocare il modello Premier League, e quindi una scissione della Lega Serie A dalla Federazione, con tempi e modalità tutti da definire, a cominciare dal tipo di contratto di servizio da stipulare con la Figc.

Per ora sembra che si tratti solo di un’arma negoziale, per ottenere più peso nella futura governance della federcalcio, dove la Serie A, pur essendo il motore economico del calcio italiano, pesa solo il 12% contro il 34% dei Dilettanti e il 17% della Lega Pro.

Scissione Serie A dalla Figc: il modello Premier League

Anche per questo motivo la tentazione di seguire l’esempio degli inglesi comincia a farsi strada tra i presidenti di A. La Premier League, così come la conosciamo, è nata nel 1992 quando i club dell’allora First Division si separarono dal campionato organizzato dalla Football Association e fondarono un torneo autonomo, in modo da contrattare i diritti tv a parte rispetto alle altre serie.

Nuovo logo Premier League, i nuovi stemmi dal 2016/17
Nuovo logo Premier League, i nuovi stemmi dal 2016/17

La Premier League è una società per azioni privata, legata da un contratto di servizio alla Football Association, mentre la Serie A è attualmente un’associazione non riconosciuta tra privati senza obblighi di trasparenza verso il pubblico (non è tenuta a depositare il bilancio al registro delle imprese o all’albo istituito presso le prefetture per associazioni e fondazioni).

Il salto, anche dal punto normativo, sarebbe dunque epocale. Di sicuro in queste ore se ne sta parlando. E sarebbe una rivoluzione. Ma, qualora si volesse passare davvero dalle parole ai fatti, bisognerebbe aprire canali di dialogo con tutte le istituzioni, in primis Fifa e Uefa. Un percorso lungo e non semplice.

Scissione Serie A dalla Figc: ipotesi concreta o arma negoziale?

Mentre si evoca la scissione in stile Premier League, continuano i negoziati tra i club per arrivare alla nomina dei nuovi vertici della Lega.

Tra il gruppo dei grandi club, dai quali si sarebbe sfilato il Milan, ci sarebbe una forte convergenza sui candidati a presidente e amministratore delegato.

Per il primo, come scrive la Gazzetta dello Sport, si lavora a un profilo in netta discontinuità con i vertici del calcio italiano, condizione che taglia fuori l’attuale n.1 della Lega Pro Gabriele Gravina. Va da sé che questo gruppo di società non ci pensa minimamente ad accettare il candidato di Lotito, l’ex vice comandante della Guardia di finanza Ugo Marchetti.

Football Leader 2015 Lotito

Quanto all’a.d., la scelta dovrebbe cadere su Sami Kahale, presidente per il Sud Europa Procter & Gamble in uscita: anche se restano sul tavolo i nomi di Luigi De Siervo, a.d. di Infront Italy, e di Marzio Perrelli, ceo di HSBC in Italia.

Ma non è escluso che, proprio per arrivare a una riforma complessiva del sistema e ottenere il giusto peso reclamato per la Serie A, i club possano non nominare subito i nuovi vertici, spalancando così la strada al commissariamento della Figc.

malagò italia senza mondiale conseguenze
Giovanni Malagò, presidente del CONI –
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L’idea, come sottolinea Repubblica, è quella di far saltare l’elezione, guadagnare tempo e arrivare, dopo il 30 novembre, alla nomina di un commissario ad acta. A quel punto l’assemblea sceglierebbe la sua governance a maggioranza semplice (con lo schieramento guidato da Lotito in minoranza).

Il commissariamento porterebbe anche un’altra conseguenza. Non si potrebbe completare il consiglio federale e questo offrirebbe al presidente del Coni, Giovanni Malagò, di procedere sulla strada del commissariamento della Figc.

Questa strategia, sottolinea Repubblica, sarebbe stata condivisa con lo stesso Coni e “benedetta, se non addirittura suggerita, dal ministro dello Sport, Luca Lotti”.

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