
La rivoluzione societaria innescata dalla vulcanica Barbara Berlusconi nell’organigramma del Milan arriva a un primo, importante, punto di svolta e rottura con il passato dei colori rossoneri. Il club milanista ha infatti annunciato che Ariedo Braida lascerà la società di via Turati, ora trasferita nella nuova sede del Portello. “L’AC Milan ringrazia Ariedo Braida, che oggi lascia la Società: è stato prezioso collaboratore per un tempo lunghissimo, caratterizzato dai risultati prestigiosi che devono essere attribuiti anche alla sua importante opera”, è lo stringato comunicato del Milan.
In effetti il tempo che ha legato Braida ai colori rossoneri è stato veramente “lunghissimo”: 27 anni, praticamente 28. Non si è trattato certo di un fulmine a ciel sereno, visto che da settimane si vociferava su una sua possibile dipartita legata proprio alla delusione della giovane Berlusconi sull’operato del Milan sul mercato: è nota la posizione di una dei due ad rossoneri, insieme ad Adriano Galliani, secondo la quale non è vero che il club recentemente ha speso “poco”, quanto piuttosto “male”. Prima della gara di Livorno di inizio dicembre, erano anche circolate notizie circa le dimissioni del manager sportivo, bloccate sul nascere dall’ambiente milanista ma ben presto confermate dai fatti.
Braida, già attaccante di buona caratura capace di 14 reti in Serie A, è approdato al Milan nel 1986, dopo una prima esperienza come direttore sportivo del Monza. Proprio in via Turati è stato prima direttore generale, fino al 2002, poi direttore sportivo fino ad oggi. Nulla da dire, quanto al comunicato rossonero, anche sui “risultati prestigiosi” conseguiti anche grazie alla sua “importante opera”. Braida ha visto i suoi calciatori sollevare otto Scudetti (dal primo dell’87/88 all’ultimo del 2010/11), una Coppa Italia, cinque Coppe dei Campioni e altrettante Supercoppe europee, due Intercontinentali e un Mondiale per club, sei Supercoppe italiane.
Ora per Braida sembra si possano aprire tre piste: una in Italia, dove sarebbe cercato dalla Sampdoria, una in Francia, dove non è mistero che sia stato corteggiato dal ricco e ambizioso Monaco, e una in Turchia, dove è stato accreditato dell’interesse del Kasimpasa. Quanto al suo ruolo al Portello, la pole position è attribuita a Sean Sogliano, che ha provato sulla sua pelle un presidente “caldo” come Zamparini al Palermo prima di mettere in piedi il Verona che quest’anno sta stupendo molti.